Progetto CLIFT. Online i Primi risultati del sondaggio.

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Il questionario proposto online nell’ambito del progetto Climate-KiC  “CLIFT” sui Cambiamenti Climatici in agricoltura ha registrato la partecipazione di referenti di 220 aziende agricole e 550 consumatori, con risposte da tutta Italia, ecco i primi risultati.

Il progetto Clift “Consumers’ inclination for climate-smart foods” si propone di comprendere aspettative e timori di agricoltori e consumatori riguardo alla tematica emergente dei cambiamenti climatici.

Abbiamo proposto un questionario con domande sugli impatti dei cambiamenti climatici, e chiesto di utilizzare una scala da 1 (per niente d’accordo) a 7 (del tutto d’accordo). I consumatori hanno dichiarato di rilevare gli impatti dei cambiamenti climatici anche nella propria regione (5,7 su 7) e soprattutto negli ultimi anni (5,4). Le valutazioni sono molto vicine a quelle degli agricoltori (5,4 e 5,2). Invece pochissimi ritengono che i problemi legati al clima siano inventati. Secondo i consumatori gli effetti più importanti dei cambiamenti climatici riguardano la carenza di acqua (6,1), l’aumento delle temperature (5,9), gli eventi estremi (inondazioni, grandinate, frane…) (5,8) ma anche maggiori rischi di inquinamento (5,8). Ancora piena sintonia con gli agricoltori per i primi tre punti (6,0; 5,9; 5,9) ma più basso il livello di timore per un maggiore inquinamento (4,9). Più importante per chi è coinvolto in agricoltura invece l’impatto sugli insetti utili (es. api) (5,6).

Riguardo alla qualità dei prodotti i consumatori confermano il timore di avere prodotti più inquinati (62%), ma anche più costosi (52%) e di importazione (49%). Interessante anche la preoccupazione per un aumento di intolleranze e allergie alimentari (40%). Sembrano preoccupare meno gli eventuali effetti sugli aspetti nutrizionali, su gusto e deperibilità dei prodotti, pur ampiamente correlati ai cambiamenti climatici. Nell’ottica degli agricoltori, le maggiori minacce per la produzione sono soprattutto danni da maltempo (5,7) e aumento dei costi di produzione (5,6).

Per quanto riguarda le azioni mirate a contrastare i cambiamenti climatici, secondo i consumatori la scienza e la politica (entrambe 6,2 su 7) dovrebbero occuparsene, altro aspetto ritenuto importante è aiutare i consumatori nelle scelte (5,8). Il concetto è ribadito nelle domande che chiedono che cosa dovrebbe fare la ricerca pubblica: educare i consumatori ad un’alimentazione consapevole (5,5), ma anche di maggiore importanza è ritenuta la disponibilità di colture con resistenza naturale ai problemi ambientali (5,7), ed il miglioramento dei sistemi di monitoraggio e allerta meteo-climatico. Il maggiore consenso è però per la valorizzazione dei prodotti del territorio (6,3), mentre l’uso di OGM, anche per finalità virtuose, è comunque poco popolare (3,9).

Chi opera in agricoltura è fondamentalmente d’accordo con i consumatori: le azioni mirate a contrastare i cambiamenti dovrebbero interessare la scienza (6,1) e la politica (5,9). La ricerca in particolare dovrebbe educare i consumatori ad un’alimentazione consapevole (6,3), ma punti importanti sono: l’assistenza nell’applicazione di efficaci pratiche agronomiche (6,3) e il miglioramento di sistemi di monitoraggio e allerta meteo-climatica (6,1). Appare meno importante lo sviluppo di nuovi concimi e fitofarmaci (3,9).

Il concetto di agricoltura Climate Smart appare essere chiaro per i consumatori, che dichiarano che le pratiche da incentivare maggiormente sono: diminuire l’emissione di CO2, limitare il consumo di acqua (6,3) e incentivare il risparmio energetico (6,2). Si nota che per chi opera in agricoltura, la massima importanza è per la conservazione della fertilità del suolo (6,5), stessa importanza per il risparmio d’acqua; molto vicini anche risparmio energetico e limite nell’emissione di CO2 (6,3).

I consumatori intervistati dichiarano che sarebbero orientati verso la scelta di prodotti Climate Smart dalla garanzia di prodotti rispettosi dell’ambiente (75%) e maggiore informazione sugli alimenti Climate Smart. Tuttavia l’utilità di un marchio può risultare valida solo se in presenza di controlli seri (5,8), in piena sintonia consumatori-coltivatori (5,6)!

E’ stato proposto anche di scegliere un logo rappresentativo del concetto “Climate Smart“, il preferito (39% dei consumatori, 29% degli agricoltori) è una mano che regge una piantina che cresce con sole e acqua.